30 Marzo 2025
Torre Alfina – Museo del Fiore- Torre Alfina
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Lasciati i mezzi nel parcheggio al centro di Torre Alfina procederemo verso il Casale di S.Antonio. Siamo nella Riserva Naturale del Monte Rufeno. La vista si affaccia sulla valle del Paglia e all’orizzonte il monte Cetona e il Monte Amiata.
Dal Casale si sviluppano due itinerari A e B, noi percorreremo il B.
Ci si inoltra nel bosco ricco di vegetazione autoctona: querce, lecci, eriche, felci, ciclamini e primule.
Il percorso prosegue parallelo al torrente Subissone.
A circa metà della passeggiata, ci divideremo in due gruppi , uno proseguirà per il percorso B, l’altro invece per il percorso A (fino ad arrivare al Vecchio Mulino e al Ponte Romano)
Dopodichè i due gruppi si incontreranno al Museo del Fiore, dove effettueremo la visita del piccolo museo e sosteremo per il pranzo al sacco.
Rientro a Torre Alfina dei due gruppi su stesso percorso.
Il costo di ingresso al Museo è di €. 3,00 a persona
Dettagli aggiuntivi
Difficoltà - E
Luogo di ritrovo - Orvieto Scalo - Parcheggio ex Coscetta
Orario di ritrovo - 09:00
Mezzo - Auto proprie
Tempo - 6 h
Distanza - Percorso A: 9 Km - Percorso B: 7,5 Km
Dislivello salita - 250 m.
Dislivello discesa - 250 m.
Pranzo - Al sacco
Giro ad anello - sì
Direttori di escursione - Rosa M. Ceino - 3396152500, Marcello Massino - 335 7676504
Dotazioni richieste - Scarponi da trekking, Bastoncini
Organizzatore
Commissione Montagnaterapia
L’attività di trekking-terapia o montagna-terapia che dir si voglia, da alcuni anni, rappresenta una pratica ed una ulteriore possibilità di agire nel campo delle terapie, nel lavoro con persone con disabilità o con problematiche dovute a difficoltà socio-relazionali.
Tutti dentro, nessuno escluso. È l’estrema sintesi di quel che rappresenta per noi questo modo di fare escursionismo.
Al di là di tutti i benefici a livello di salute che da questa attività derivano, qui parliamo in definitiva di benessere ed il valore più assoluto in cui crediamo è quello dell’inclusione.
La capacità di accogliere le differenze in una situazione relazionale di gruppo, con la consapevolezza di sperimentare i propri limiti e le proprie possibilità.
Allora questo progetto rappresenta un contesto entro il quale conoscere storia, natura e cultura della zona in cui viviamo e dove possiamo tutti imparare ad avere cura dell’ambiente ma imparare anche ad avere cura e rispetto di noi stessi e degli altri.
La cosa più bella è che il cambiamento, in questi percorsi terapeutici all’aria aperta, non riguarda solo i cosiddetti pazienti ma anche educatori ed accompagnatori. Perché quei passi consumati sui sentieri della salute sono i passi leggeri della solidarietà e come spesso accade non fanno rumore.
Del resto anche la natura cresce senza fare rumore.
Percorrendo i sentieri non ci sono sani e malati . Siamo uguali e diversi. Ed ognuno porta con sé la propria bellezza.